domenica 10 maggio 2009

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI by Mike Goodmorning

IL FILM

I CENTO PASSI - Marco Tullio Giordana (2000)

« Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! »
Ieri, il 9 Maggio, era l'anniversario della morte di Peppino Impastato.
Trentuno anni fa il fondatore di Radio Aut veniva barbaramente assassinato dagli uomini di Tano Badalamenti, 'U Zù Tanu, boss di Cinisi, del quale Peppino denunciava pubblicamente i soprusi.
La sua morte passò quasi inosservata, perchè lo stesso giorno, in Via Caetani, Roma, veniva rinvenuto il corpo senza vita di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse.
"I Cento Passi" è l'appassionata biografia cinematografica di Peppino Impastato ad opera di Marco Tullio Giordana, con un superbo Luigi Lo Cascio nei panni del protagonista.
"I Cento Passi" sono la distanza tra casa Impastato e la casa dello Zù Tanu.
"I Cento Passi" sono lo spazio che ogni uomo giusto dovrebbe mettere tra sè e la mafia.
"I Cento Passi" è più di un film, è il manifesto di una Sicilia diversa, che ha il coraggio di dire NO anche a costo della propria vita.
La scena che segue è particolarmente intensa e si riferisce ai funerali di Peppino, sulle note di A Whiter Shade of Pale dei Procol Harum. E' la scena finale, quella in cui la famiglia mafiosa rivendica il fatto di essere l'unica presente nella tragedia, omettendo di esserne stata l'artefice. Verrà smentita pochi secondi dopo, quando il paese intero si riverserà in strada scandendo il nome di Peppino con il pugno alzato al cielo.



IL LIBRO

UTO - Andrea De Carlo (Einaudi - 2007)

Dopo il suicidio del padre adottivo, Uto, un ragazzo difficile che suona il piano come un dio, viene mandato dalla madre a stare con una famiglia di amici negli Stati Uniti, presso una comunità spirituale.
La sua presenza avrà un effetto dirompente su quella famiglia, vittima inconsapevole di un Guru e di regole di vita "alternative" che si riveleranno effimere.
Un romanzo sul vero anticonformismo, basato non già sullo stile di vita, ma sul pensiero profondo di chi è diverso perchè libero.
Incredibile il colpo di scena finale.
Da leggere assolutamente.

INCIPIT: "Carissima Marianne,
ti scrivo perchè non so come dirtelo al telefono, è successa una cosa terribile e ancora quasi non me ne rendo conto. Prendere la penna è un modo di guardare le cose un poco più a distanza o almeno con più ordine e più tempo, non lo so. In ogni caso è successo questo: Antonio si è suicidato quattro giorni fa.



IL DISCO

AQUALUNG - Jethro Tull (Chrysalis Records - 1971)

Questa volta abbiamo scelto un "classico". Il disco forse più importante della sterminata produzione di Ian Anderson e soci. Una grande performance, che supera le barriere del progressive e regala brani indimenticabili, come la stessa title track e la mini suite gotica "My God".
Un disco entusiasmante, a partire dalla copertina (un ritratto cupo e crudele dello stesso Ian Anderson, nei panni di un barbone) e dai suoni spigolosi, degni del miglior hard rock, superbamente miscelati con le più tenui atmosfere del folk-blues e della musica barocca. Flauto ovviamente protagonista di quasi tutti i brani, talvolta suonato con la dolcezza della ballad (Wond'ring aloud, Sleepstream), talvolta con il gusto "ancient" (Mother Goose, Up to me), talvolta rabbioso (Cross-eyd Mary, la cui cover è stata incisa negli anni '80 dagli Iron Maiden, e Locomotive Breath), talvolta puro virtuosismo (My God).
Preludio ad un altro capolavoro, il successivo "Thick as a Brick", Aqualung è l'album/manifesto dei Jethro Tull e del loro leader, l'istrionico Anderson, che è riuscito nell'intento di fondere l'anima accademica con la pulsione rock come nessun altro esponente della corrente progressive.
E allora, for the bloody church of England.... My God.



Buon tutto fratelli rukki.

Mi.God.

2 commenti:

  1. fai bene a consigliare il film de "I cento passi" è davvero straordinario e ci ha restituito Peppino in qualche modo, proprio come disse la madre Felicia dopo aver visto il film.
    Ma vorrei rettificare, a onor del vero una nota del tuo post: "Ai funerali di Peppino i compaesani scesi nelle strade per l’ultimo saluto erano in pochi e le finestre delle case sbarrate. C’erano mille persone circa ma in gran parte venute dai paesi vicini e da Palermo. La Comunità cinisense non era unita intorno a Peppino e non aveva saputo cogliere il suo insegnamento: quello di non nascondersi mai dietro le barricate dei silenzi e dietro le barriere omertose ma di denunciare e uscire allo scoperto, sempre!"
    Questo non lo dico io, nel 1978 non ero nemmeno nata, ma il suo caro amico e compagno Salvo Vitale e... mi pare doveroso correggere perchè non è una nota indifferente e descrive i fatti, la gente e come si viveva in un paese della provincia... molto lontani dagli happy-end di resurrezione.
    Ciao
    fr

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  2. Doverosa rettifica. Forse sarebbe stato meno cinematografico, ma ciò che è reale è giusto venga riportato. Grazie Fr.

    Mike

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