mercoledì 17 giugno 2009

FUOCHI NELLA NOTTE puntata sette della nuova era

Quel è il problema?
Il problema sono le domande, non le risposte.
I nostri problemi, fratelli rukki, sono iniziati il giorno in cui abbiamo cominciato a porci domande (domande da porci, naturalmente, è una questione di accenti).
E il più grosso dei problemi è che non abbiamo ancora smesso, nonostante le continue sollecitazioni esterne ad evitare questo genere di trastullo altrimenti definito "seghe mentali".
D'altra parte il compianto Bertoli cantava "[...]le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio racontarle a chi sa masturbarsi per il gusto[...]" (cfr. "A muso duro").
Ecco io non sono affatto maturo, ma mi masturbo mentalmente per il gusto e pertanto ho domande da por...vi.
Per esempio: perchè nessuno usa più il punto e virgola? La più seducente delle interpunzioni, un po' civettuola nel lasciarti lì in sospeso tra la breve pausa di una virgola e lo stentorio, definitivo punto. Totò lo ha utilizzato per ricordare che "noi meridionali non siamo tirati!", Benigni e Troisi per evitare che Savonarola si indignasse "No, punto no, che sembriamo presuntuosi."
A me piacerebbe rivederlo, il punto e virgola, magari in qualche articolo di giornale, anche su un qualunqe necrologio:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI; SI DISPENSA DALLE VISITE."
Perfetto! Analizzate questa semplice frase:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI" dato di fatto incotrovertibile, a meno di aver scambiato un eccesso di Viagra per rigor mortis. Dato di fatto che però prelude a qualcosa. La famiglia non si limita a comunicare la dipartita del caro congiunto, vuole dare un altro messaggio: "SI DISPENSA DALLE VISITE", in altre parole "non rompeteci i coglioni con le vostre ipocrite facce contrite, lasciateci piangere in pace".
Quindi il messaggio è: Mario non c'è più.
L'invito è: Fatevene una ragione.
Tra la scomparsa di Mario e il messaggio della famiglia l'unica interpunzione possibile è proprio il punto e virgola.
Pensateci!
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI.(punto)" Troppa pausa, lascia il tempo al lettore di ricordare Mario, i bei tempi andati, le ubriacature insieme, quella volta che... Il successivo "SI DISPENSA" perde valore, diventa marginale, un'appendice non fondamentale del messaggio, che nella sua interezza ha un solo protagonista: Mario. La famiglia e i suoi desideri contano molto meno.
Di contro un:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI,(virgola) SI DISPENSA DALLE VISITE" è quasi offensivo per lo stesso Mario e indignerebbe gli amici e gli altri congiunti.
Perchè qui l'effetto è opposto! Una frase scritta così sembra dire: E' morto Mario, ma la cosa tutto sommato ci frega il giusto; l'importante è che non ci rompiate i coglioni.
Se fossi Mario a questo punto chiederei una dispensa divina per tre/quattro minuti, giusto il tempo di mandare a cagare il parentato.
Quindi?
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI (Pace all'anima sua); SI DISPENSA DALLE VISITE (e un po' di pace anche alla nostra, cazzo!).
Ecco cosa fa un banale segno di interpunzione! Cambia il senso dello cose.
Se Berlusconi avesse dichiarato:
"Io sono unto; dal Signore non mi aspetto che si metta in dubbio questo."
Tutti avremmo dato per scontato che il povero Silviuccio, nel tentativo di sembrare ancora atletico e giovanile, avesse tentato di ungere con olio il flaccidume dei suoi muscoli. E che ci tenesse a che questa incontrovertibile verità non fosse in alcun modo discutibile, neppure dall'Altissimo.
Dichiarando invece:
"Io sono unto dal Signore. Non mi aspetto che si metta in dubbio questo."
Beh... inutile spegare cosa ciò implica, no?
Insomma forse dovrei farmene una ragione, dare per scontato che la lingua cambia con la complicità dei nuovi media, che peraltro hanno avuto il merito di riportare le persone alla parola scritta. Il telefono aveva fagocitato le lettere, che nessuno scriveva più: perchè lambiccarmi il cervello alla ricerca di parole giuste per una comunicazione che troverà la sua risposta non meno di una settimana dopo, quando alzando la cornetta e con il mio solito linguaggio approssimativo ottengo un risultato più rapido ed efficace?
E infatti le lettere le scrivevano solo gli innamorati e gli avvocati (spesso per dirimere vicende di ex innamorati prossimi al divorzio). Le prime profumavano di rosa, le seconde puzzavano di merda, ma tant'è.
Poi sono arrivate le e-mail e tutto cambiò.
Tutti siamo stati costretti a riprendere l'abitudine alla scrittura, abitudine sopita da anni di incompatibilità endemica con la penna, che, pertanto, ha sortito effetti talvolta disastrosi.
"In attesa di Suo cortese riscontro" a profusione, tonnellate di "questa mia a significarLe", badilate di "L'occasione mi è gradita per" in un tentativo di forbitismo condito da errori di grammatica da terza elementare e formule di commiato che rasentano il ridicolo.
Il tutto senza considerare gli errori di contesto.
Mail alla fidanzata del tipo:
"Ciao amore, in relazione alla tua richiesta di incontro a cena presso il ristorante Il Golosone alle 20.30 di questa sera, pregiomi comunicarti la mia totale disponibilità per il suddetto incontro, chiedendoti cortesemente una tolleranza sull'orario di 15 miniuti dovuta ad impegni irrimandabili precedentemente schedulati."
O di contro:
"Egregio Dottore, sono spiacente di declinare il Suo invito a cena per stasera, poichè un virus improvviso mi costringe a restare lungamente connesso alla rete fognaria."
E come se non bastasse questo ha generato nuove formule colloquiali agghiaccianti: "Ho scannato il documento! Te lo invio?"
Oh santo cielo, no grazie, mi fa impressione il sangue!
Mi piego rispetto all'incedere inesorabile del tempo e ai mutamenti che esso impone, ma il punto e virgola... Che vi costa ridarmelo?
Tutto sommato non ha mai fatto male a nessuno, se non, forse, ai deliri di onnipotenza di Berlusconi.
Su fratelli rukki, fate una cortesia al vostro Bico, recuperatelo, utilizzatelo, amatelo! Mettetelo in circolo anche a sproposito, tanto poi imparerete a dosarlo come avete imparato a dosare il sale sulle trofie al pesto. E' questione di abitudine! Datevi una possibilità in più quando scrivete, un nuovo ghirigoro estetico che abbellisce le vostre composizioni e vi fa apparire meno approssimativi.
Distinguiamoci dal proletariato linguistico; riappropriamoci dei nostri diritti di punteggiatura!
Tanto siamo rukki, chi volete che se ne freghi?



Buonanotte rukkacci, anche a quelli che dopo questa "sega mentale" mi manderanno a "connettermi alla rete fognaria".

B.

domenica 14 giugno 2009

L'OROSCOPO DEL SANGUE di Bloody Mary

Salve a tutti e benvenuti per questa edizione "speciale" del nostro Oroscopo del sangue. Oggi, 14 giugno è il compleanno di Francesco Guccini, uomo particolarmente "sanguigno" nella sua poetica e nelle sue canzoni. L'oroscopo di questa settimana è tutto dedicato a lui, d'altronde anche le piastrine lo amano... seguite i consigli, sono ispirati alle sue strofe e, parola mia... vale davvero la pena di seguirli.

GRUPPO 0 - I MELODICI
Non state più a cercare parole che non trovate per dire cose vecchie con un vestito nuovo, tanto, è difficile spiegare, è difficile capire, per chi non ha capito già. Cercate nelle tante stelle di queste sere la vostra luna fortuna, e ricordate che c'è ancora la notte, in fondo alla notte.
La canzone della vostra settimana:



GRUPPO A - GLI ARMONICI
Sì... gente viene qui e vi dice di sapere già ogni legge delle cose, vantando orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote. C'è bisogno di riflessione e di sogno, picchiettare un indù in latta di una scatola di tè pensando al ticchettare del suo buon umore e di quei giorni spesi a parlare di niente. E di come vorremmo avere i suoi occhi...
Canzone della settimana:



GRUPPO B - I RITMICI
Avete letto millanta storie di cavalieri erranti, il sangue si fa fuoco, gli eroi son tutti giovani e belli e venite pure avanti voi con il naso corto! Sono giorni di rabbia in cui vi sentiti lanciati a bomba contro l'ingiustizia. Vi sentite sempre a un passo dai campioni e avete ben chiaro che la ragione è bene darla ai coglioni, fottuti e bari, ma avete la forza che vi serve quando dite: "si comincia!"
Per questa settimana la vostra canzone:



GRUPPO AB - I COMPLESSI
Settimana intimista, i vostri occhi vedono cose mai viste. Vi ricordate di quei giorni in cui usciste dopo le canzoni, seguendo con lo sguardo la parietaria attaccata ai muri. Un ricordo... di quando uscendo vi incontrò lungo le scale, un ricordo forte come lo schiocco del sole in un campo di grano.
Per questa settimana la vostra canzone...



Per questa settimana è tutto. Abbiamo omaggiato il grande Maestro Guccini, ben sapendo che la materia di studio sarebbe infinita. Vi lasciamo con una canzone adatta a tutti quanti, da ascoltare ogni giorno, che sia alla fine o all'inizio... non importa.
BloodyMary.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI by Mike Goodmorning

IL FILM

Vincere! - Marco Bellocchio

Il Duce prima del Duce in questo bellissimo film del solito Bellocchio, che da quando si è emancipato (filmicamente e personalmente) dall'ingombrante figura di Massimo Fagioli, sta inanellando una serie di capolavori (La Balia, L'Ora di Religione, Buongiorno Notte, Il Regista di Matrimoni).
In questo caso la storia di Mussolini è vista con gli occhi della "moglie segreta", Ida Dalser, che aiutò il futuro Duce, già sposato con Rachele e padre di due figli, a scalare le posizioni politiche e istituzionali fino al dominio del paese.
La storia della Dalser, interpretata da una splendida Giovanna Mezzogiorno, è a dir poco devastante: innamorata di Mussolini fin dai tempi dell'"Avanti!", venderà tutto per consentire al suo uomo, allontanato dal giornale per le sue idee politiche ormai alla deriva, di fondare un nuovo quotidiano. Nel frattempo avrà da lui un bambino, che il duce prima riconosce e poi rinnega.
Povera e con un figlio da accudire dovrà affrontare da sola il regime, che dopo l'ascesa di Mussolini e la marcia su Roma, farà di tutto per tacitarla ed evitare lo scandalo di quella relazione extraconiugale, del successivo matrimonio segreto, ovviamente bigamo, e del figlio illegittimo.
"Non avevo mai sentito parlare di questa storia" dice Bellocchio. "L'ho scoperta vedendo un documentario in televisione, il Segreto di Mussolini, firmato da Fabrizio Laruenti e Gianfranco Norelli. Questa Ida Dalser, che da Mussolini ebbe un figlio prima riconosciuto e poi rinnegato, mi sembrò una donna straordinaria. Una donna che gridò la sua verità sino alla fine, nonostante il regime cercasse di distruggerne ogni traccia. La moglie e il figlio segreto di Mussolini erano uno scandalo da nascondere. Al punto da cancellare le loro esistenze, non solo fisicamente: entrambi furono rinchiusi in manicomio, dove morirono".
Un film che solo tangenzialmente parla del Duce Mussolini, ma che in realtà è il ritratto di una donna forte, che urla la sua verità, ma che nonostante tutto rimane innamorata del suo carnefice.
Una storia dura per un film da vedere, metabolizzare, capire fino in fondo.
"Sono rimasto coinvolto e sconvolto da questa tragedia" confessa Bellocchio "e non ho minimamente pensato a un attacco all'attuale regime" - "regime democratico", si corregge poi. Una "similitudine col presente però esiste" aggiunge: "Mussolini fu il primo capo di stato a usare la propria immagine in termini innovativi, per i quali vi rimando a Il corpo del duce di Sergio Luzzatto, radicalmente differenti ai politici grigi in cilindro e cravatta dell'epoca giolittiana". Ma il regista ribadisce di "non aver pensato a Berlusconi, quello semmai toccherà al pubblico, piuttosto sono rimasto traumatizzato da questa atipica tragedia italiana, protagonista una donna diversa da tutti gli eroi antifascisti: Ida Dalser, un'eroina antipatica e rompiscatole, che vuole affermare la sua verità a ogni costo. Questo me l'ha fatta amare, e credo la farà amare anche agli spettatori, perchè è l'opposto dell'odierna mediocrità televisiva".
Un esempio di questa mediocrità ce lo dona la nipote del Duce, Alessandra Mussolini ,che a "Porta a Porta" si scaglia contro Giovanna Mezzogiorno che spiega le ragioni ed i temi toccati dal film. Un altro buon motivo per andarlo a vedere.





IL LIBRO

NEREO ROCCO - Gigi Garanzini (Mondadori, 2009)

Dopo "La leggenda del Paròn", Garanzini rimette la penna sul foglio per scrivere ancora di quel fuoriclasse di umanità che fu Nereo Rocco, detto il Paròn, allenatore di calcio degli anni '60 e '70, filosofo involontario, tecnico insuperabile, accanito giocatore di tressette, battutista fulminante. E' rimasta negli annali la sua risposta ad un giornalista che prima della partita tra la Juventus plurititolata e la Triestina neopromossa di Rocco, augurò al Paròn "Vinca il migliore!", e il mister: "Ciò, speremo de no!"
Un libro ovviamente ricco di aneddoti raccontati direttamente dai suoi "ragazzi" (Bearzot, Maldini, Trapattoni, Bigon, Rosato, Rivera e molti altri), ma anche un tributo affettuoso, commosso, ad un uomo del calcio che non c'è più, catenacciaro convinto pur giocando con cinque punte (oggi non lo farebbe nemmeno Zeman!), ma soprattutto all'uomo Nereo Rocco, uno che oggi definiremmo "un signore".
Burbero benefico, duro e paterno, divertente e amaro, il grande Nereo Rocco è tutto in questo episodio:
All'inizio della stagione '68 il Milan andava male e il presidente Carraro aveva lasciato intuire che a fine campionato avrebbe voluto cambiare allenatore.
Così Rocco incontrò in un Autogrill il presidente del Torino e si mise d'accordo per l'anno successivo con un ingaggio lievemente inferiore a quello al momento percepito al Milan.
Il campionato si concluse con il Milan di Rocco trionfatore in campionato, coppa campioni e coppa intercontinentale.
Naturalmente dopo i festeggiamenti il Paròn fu convocato da Carraro per il rinnovo del contratto ad una cifra tripla rispetto all'ingaggio dell'anno passato.
Rocco rifiutò dicendo che aveva già un accordo con il Torino.
Carraro stupito gli chiese: "Ha già firmato il contratto?"
E Rocco rispose: "Peggio. Ho dato la mia parola."
Questa volta non voglio proporvi l'incipit, ma il finale: la lettera immaginaria che Garanzini scrive al Paròn a chiusura del suo bellissimo libro. La riportiamo integralmente perchè in questo testo è racchiuso lo spirito con cui è stato scritto.

Caro paròn,
come vede ci ho preso gusto.
Lei non ha idea di quanti mi hanno ringraziato in questi dieci anni per averli guidati alla sua riscoperta. E di quanti altri, in tempi più recenti, mi hanno scritto, telefonato, rintracciato in vario modo per chiedermi come fare a procurarsi una copia, anche usata, di quel libro ormai introvabile. Sinché un giorno a chiamarmi è stato uno che si era talmente innamorato di lei, attraverso quelle pagie, da propormi di ripubblicarle. Sa perchè non potevo dirgli di no? Perchè in quel gigantesco stabilimento Mondadori di Verona, dove regna e opera, Marco Mattioli è a sua volta ribattezzato il Paròn.
Rieccoci qua dunque, con "monàde" vecchie e nuove. Oggi come allora il problema non è stato sollecitare la memoria dei suoi ragazzi. Semmai frenarla, arginarla in qualche modo. A mano a mano che si procede tra i ricordi, le imprese, le battute, senza fretta, senza più ancoraggi spazio-temporali, il pianeta Rocco è un rifugio della memoria in cui respirare aria fresca, pulita, balsamica. In cui acciambellarsi e fare il nido. Beato lei che ignora l'esistenza di Zamparini e di Beckham e signora, che non sa di ripartenze nè di tiri da dimenticare. Per la minoranza che indegnamente rappresento, cresciuta pensando che il calcio deve nascere all'oratorio e morire in osteria, per tutte le persone incontrate in questo doppio viaggio, lei, signor Rocco, rappresenta un vero e proprio bene-rifugio.
Poi, certo, è saltato fuori qualche altarino, il linguaggio non è dei più castigati, ma lei quello era, Paròn, che Dio la benedica. Come dice? "Spiòn e traditòr" per il rigore di Blason? Ma son passati sessant'anni ed era talmente bella... avesse visto la smorfia di Blason quando fingeva di ricordare se l'avesse fatto apposta. Adesso non mi tratti come quei cialtroni dei memoriali postumi, guardi che avrei sempre ancora la vera storia di Verona '73, "so anca chi gà portà i soldi, de qua e de là". E giù nomi e cognomi degli attori, dei registi e del produttore. Fosse stata l'ultima porcheria del nostro calcio, la tentazione avrebbe almeno avuto un senso. Sapesse quante altre se ne sono viste![...]
Così impara. Impara anche, è un po' che glielo volevo dire, ad anadrsene così presto lasciandoci per tutto questo tempo in balìa di mezzecalze che ne hanno approfittato, perchè non c'era più lei a sistemarle con le sue battute al vetriolo. Pensi, c'è stato anche un suo collega, sì insomma un allenatore, che non divideva con i giocatori nè la tavola nè il pullman perchè un tecnico con la squadra non si deve mischiare. Lei nel piazzale di Wembley '63 si alzò per scendere, si voltò, li vide stravolti dalla tensione, uno più bianco dell'altro, e disse forte "Fioi, chi ga paura no smonti". E ripiombò a sedere di schianto. A volte serve semplicemente una risata... quante gliene dobbiamo.
Piuttosto, caro il mio allenatore del secolo rossonero, votato dal popolo, che non è male perchè tra Sacchi, Capello e poi Ancelotti ne sono arrivati di trofei, non penserà che sia finita qui, vero? Adesso son trent'anni, ma tra altri tre sono cento dalla sua nascita. Ed è lì che si misura la dimensione definitiva di una leggenda. Intanto quest'anno, per portarci avanti, cominciamo a ricordarla in grande stile, il 20 Maggio e non più il 20 Febbraio. Il giorno della vita, non quello della morte. E se tutto va come deve andare, vedrà che mostra all'antica Pescheria centrale!
Basta. Saluti tutti quelli che un po' alla volta l'hanno raggiunta in spogliatoio. E la smetta una buona volta, almeno lì, di segnare le carte.

Gigi Garanzini



IL DISCO

FIGLIO UNICO "CULT EDITION" - Rino Gaetano (SONY-BMG, 2009)

Un gustoso cofanetto per gli amanti del menestrello calabrese. Per la prima volta tutto il materiale inedito di Rino Gaetano è raccolto in un doppio 2CD+DVD grazie al contributo degli amici e dei parenti del cantautore scomparso agli albori degli anni '80.
In questa raccolta scoprirete le collaborazioni con Anna Oxa, Riccardo Cocciante, i New Perigeo e una serie di inediti, trai quali spiccano "Il leone e la gallina", "Sandro Trasportando" e la versione spagnola di "Nuntereggae più" intitolata "Corta el rollo ya".
Naturalmente troverete anche i classici di Rino, brani che hanno segnato la storia di almeno quattro generazioni come "Sfiorivano le viole", "Ma il cielo è sempre più blu", "Ad esempio a me piace il sud", "Aida" e così via.
Ottimo anche il materiale in DVD con filmati inediti tratti dal "Cantagiro", da "Sanremo" e da altre manifestazioni musicali in voga all'epoca.
Un disco imperdibile per chi ama Rino, ma anche per chi non lo conosce: l'occasione giusta per scoprire uno dei più grandi geni della musica contemporanea.



Buona vita fratelli rukki.

M.G.M.