sabato 27 giugno 2009

FUOCHI NELLA NOTTE puntata otto della nuova era

C'è qualcosa di peggio che morire?
Sì.
Voglio dire... vi ricordate Peppino Impastato? E' stato ucciso lo stesso giorno di Aldo Moro e la sua morte è passata quasi inosservata.
Vi ricordate di Nick Novecento? Probabimente no, perchè era un bravo attore appena sbocciato, ma è morto prima di potersi esprimere davvero. Ed è morto lo stesso giorno di Bombolo, attore anche lui, ma ben più noto.
Oggi è morta Farrah Fawcett, icona di bellezza degli anni '70 e '80, sogno erotico di due intere generazioni, prodigio di sensualità e fascino. Muore di una morte annunciata: il suo tumore anale è stato oggetto di un documentario da lei stessa girato e mandato in onda per la BBC, la sua lotta contro il cancro spettacolarizzata per sua stessa volontà, a testimoniare che si può perdere con onore (perchè di vincere proprio non se ne parla quando il cancro annienta ogni organo vitale).
Ha deciso di andarsene oggi Farrah, mentre in un ospedale di Los Angeles, colpito da infarto, passava a miglior vita nientemeno che Michael Jackson.
Così la notizia della scomparsa di Farrah Fawcett, che normalmente avrebbe avuto gran risalto mediatico, si è ridotta a notiziola di terza con sbrigativo coccodrillo, mentre il mondo della stampa era interamente proiettato sul Re del Pop e la sua salma.
Non ho mai amato particolarmente Jackson, nè come musicista nè come uomo. E non ho sconti da fare, come capiterà adesso che la beatificazione è dietro l'angolo.
Ho amato Farrah invece.
Perchè era bella.
E non ho particolari motivi in più, come capiterà adesso che si dirà di una donna intelligente, coraggiosa e altro campionario di banalità post mortem.
L'ho amata perchè se la mia memoria si ferma a quel momento in cui scopri certi languori, probabilmente appare lei, con i suoi hot pants rosa e quel viso angelico che contrastava meravigliosamente con un corpo che sapeva di puro sesso.
Con Charlie's Angels ho perso la mia verginità infantile e sono passato di prepotenza all'adolescenza.
Mi viene da pensare a come tutto è cambiato. Oggi che i ragazzi hanno a disposizione corpi nudi a tutte le ore del giorno, che hanno internet con i suoi siti porno a profusione, che vedono un topless in spiaggia senza il minimo di inquietudine, che conoscono i particolari anatomici dell'altro sesso con precisione ginecologica...
Oggi Farrah Fawcett con i suoi hot pants sarebbe una che può fare il provino per velina, ma con poche chances.
Ma per noi che abbiamo vissuto quegli anni, la morte dell'angelo biondo è davvero la fine di un'epoca. Quell'epoca incominciata a Woodstock e finita con l'ingresso negli anni '80, quando un ragazzino armato di rhytm'n'blues inventava un nuovo modo di concepire la musica, trasformandola definitivamente in "pop globale". Quel ragazzino era il più piccolo dei Jackson Five.
Michael Jackson è in qualche modo la nemesi di Farrah Fawcett.
Lei, così radicalmente anni '70, lui così ostinatamente anni '80.
Due epoche così vicine eppure così lontane. Due modi di esistere e di concepire la vita radicalmente opposti.
E' surreale ma è accaduto davvero. La tomba di Farrah Fawcett e di Michale Jackson saranno meta di pellegrinaggio di due mondi diversi, uno legato al ricordo di sè, l'altro alla sua proiezione.
E il ciclo si chiude.
Definitivamente.

Requiescant in pace.

lunedì 22 giugno 2009

L'OROSCOPO DEL SANGUE di Bloody Mary

Salve e benvenuti fra i meandri del sangue che scorre e scorre nelle autostrade dei nostri corpi e andiamo un po' a vedere che ci riservano le piastrine per questa settimana.

GRUPPO 0 - I MELODICI

Stato d'animo nostalgico (A Whiter Shade of Pale - Procul Harum) accentuato ancora di più dall'ingresso nell'estate. Il sangue rallenta il suo corso mentre i pensieri fluttuano fra passato e futuro (My Way - Frank Sinatra).
La canzone per questa settimana:



GRUPPO A - GLI ARMONICI

Ci sono momenti in cui è meglio lasciar perdere, sedersi e guardare avanti (Time has told me - Nick Drake). Ne troverete molti in questo periodo. Buoni risultati sul lavoro vi faranno pensare meno alle imminenti vacanze (Sì Viaggiare - Lucio Battisti). Una voce inaspettata potrebbe palesarsi fra le serate di mercoledì o giovedì dandovi sensazioni di piacevole leggerezza (Be Bop A Lula - G.Vincent).

La vostra canzone:



GRUPPO B - I RITMICI

I globuli rossi seguono il ritmo "caliente" dell'estate (Candela - Ibrahim Ferrer). Nasceranno nuovi amori; affidatevi al vento, che vi farà vibrare il sangue (Chain of fools - Aretha Franklin) e assaporate tutto quello che questa settimana vi porta. (Un gelato al limon - Paolo Conte).

La canzone per questi giorni:



GRUPPO AB - I COMPLESSI

E' il momento di "staccare" un po' (Le Meteque - Georges Moustaki) onde non ritrovarvi alienati. Il sangue non è particolarmente fluido e non favorisce l'umore. Attenti a non farvi prendere troppo da questo momento no (Povero me - Francesco De Gregori) e reagite come i vostri globuli sanno fare! (I will survive - Gloria Gaynor).
Decisamente, per questa settimana, la vostra canzone...



E anche per questo Oroscopo è tutto... buone piastrine a tutti da... Bloody Mary.

mercoledì 17 giugno 2009

FUOCHI NELLA NOTTE puntata sette della nuova era

Quel è il problema?
Il problema sono le domande, non le risposte.
I nostri problemi, fratelli rukki, sono iniziati il giorno in cui abbiamo cominciato a porci domande (domande da porci, naturalmente, è una questione di accenti).
E il più grosso dei problemi è che non abbiamo ancora smesso, nonostante le continue sollecitazioni esterne ad evitare questo genere di trastullo altrimenti definito "seghe mentali".
D'altra parte il compianto Bertoli cantava "[...]le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto, le mie canzoni voglio racontarle a chi sa masturbarsi per il gusto[...]" (cfr. "A muso duro").
Ecco io non sono affatto maturo, ma mi masturbo mentalmente per il gusto e pertanto ho domande da por...vi.
Per esempio: perchè nessuno usa più il punto e virgola? La più seducente delle interpunzioni, un po' civettuola nel lasciarti lì in sospeso tra la breve pausa di una virgola e lo stentorio, definitivo punto. Totò lo ha utilizzato per ricordare che "noi meridionali non siamo tirati!", Benigni e Troisi per evitare che Savonarola si indignasse "No, punto no, che sembriamo presuntuosi."
A me piacerebbe rivederlo, il punto e virgola, magari in qualche articolo di giornale, anche su un qualunqe necrologio:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI; SI DISPENSA DALLE VISITE."
Perfetto! Analizzate questa semplice frase:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI" dato di fatto incotrovertibile, a meno di aver scambiato un eccesso di Viagra per rigor mortis. Dato di fatto che però prelude a qualcosa. La famiglia non si limita a comunicare la dipartita del caro congiunto, vuole dare un altro messaggio: "SI DISPENSA DALLE VISITE", in altre parole "non rompeteci i coglioni con le vostre ipocrite facce contrite, lasciateci piangere in pace".
Quindi il messaggio è: Mario non c'è più.
L'invito è: Fatevene una ragione.
Tra la scomparsa di Mario e il messaggio della famiglia l'unica interpunzione possibile è proprio il punto e virgola.
Pensateci!
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI.(punto)" Troppa pausa, lascia il tempo al lettore di ricordare Mario, i bei tempi andati, le ubriacature insieme, quella volta che... Il successivo "SI DISPENSA" perde valore, diventa marginale, un'appendice non fondamentale del messaggio, che nella sua interezza ha un solo protagonista: Mario. La famiglia e i suoi desideri contano molto meno.
Di contro un:
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI,(virgola) SI DISPENSA DALLE VISITE" è quasi offensivo per lo stesso Mario e indignerebbe gli amici e gli altri congiunti.
Perchè qui l'effetto è opposto! Una frase scritta così sembra dire: E' morto Mario, ma la cosa tutto sommato ci frega il giusto; l'importante è che non ci rompiate i coglioni.
Se fossi Mario a questo punto chiederei una dispensa divina per tre/quattro minuti, giusto il tempo di mandare a cagare il parentato.
Quindi?
"E' SCOMPARSO MARIO ROSSI (Pace all'anima sua); SI DISPENSA DALLE VISITE (e un po' di pace anche alla nostra, cazzo!).
Ecco cosa fa un banale segno di interpunzione! Cambia il senso dello cose.
Se Berlusconi avesse dichiarato:
"Io sono unto; dal Signore non mi aspetto che si metta in dubbio questo."
Tutti avremmo dato per scontato che il povero Silviuccio, nel tentativo di sembrare ancora atletico e giovanile, avesse tentato di ungere con olio il flaccidume dei suoi muscoli. E che ci tenesse a che questa incontrovertibile verità non fosse in alcun modo discutibile, neppure dall'Altissimo.
Dichiarando invece:
"Io sono unto dal Signore. Non mi aspetto che si metta in dubbio questo."
Beh... inutile spegare cosa ciò implica, no?
Insomma forse dovrei farmene una ragione, dare per scontato che la lingua cambia con la complicità dei nuovi media, che peraltro hanno avuto il merito di riportare le persone alla parola scritta. Il telefono aveva fagocitato le lettere, che nessuno scriveva più: perchè lambiccarmi il cervello alla ricerca di parole giuste per una comunicazione che troverà la sua risposta non meno di una settimana dopo, quando alzando la cornetta e con il mio solito linguaggio approssimativo ottengo un risultato più rapido ed efficace?
E infatti le lettere le scrivevano solo gli innamorati e gli avvocati (spesso per dirimere vicende di ex innamorati prossimi al divorzio). Le prime profumavano di rosa, le seconde puzzavano di merda, ma tant'è.
Poi sono arrivate le e-mail e tutto cambiò.
Tutti siamo stati costretti a riprendere l'abitudine alla scrittura, abitudine sopita da anni di incompatibilità endemica con la penna, che, pertanto, ha sortito effetti talvolta disastrosi.
"In attesa di Suo cortese riscontro" a profusione, tonnellate di "questa mia a significarLe", badilate di "L'occasione mi è gradita per" in un tentativo di forbitismo condito da errori di grammatica da terza elementare e formule di commiato che rasentano il ridicolo.
Il tutto senza considerare gli errori di contesto.
Mail alla fidanzata del tipo:
"Ciao amore, in relazione alla tua richiesta di incontro a cena presso il ristorante Il Golosone alle 20.30 di questa sera, pregiomi comunicarti la mia totale disponibilità per il suddetto incontro, chiedendoti cortesemente una tolleranza sull'orario di 15 miniuti dovuta ad impegni irrimandabili precedentemente schedulati."
O di contro:
"Egregio Dottore, sono spiacente di declinare il Suo invito a cena per stasera, poichè un virus improvviso mi costringe a restare lungamente connesso alla rete fognaria."
E come se non bastasse questo ha generato nuove formule colloquiali agghiaccianti: "Ho scannato il documento! Te lo invio?"
Oh santo cielo, no grazie, mi fa impressione il sangue!
Mi piego rispetto all'incedere inesorabile del tempo e ai mutamenti che esso impone, ma il punto e virgola... Che vi costa ridarmelo?
Tutto sommato non ha mai fatto male a nessuno, se non, forse, ai deliri di onnipotenza di Berlusconi.
Su fratelli rukki, fate una cortesia al vostro Bico, recuperatelo, utilizzatelo, amatelo! Mettetelo in circolo anche a sproposito, tanto poi imparerete a dosarlo come avete imparato a dosare il sale sulle trofie al pesto. E' questione di abitudine! Datevi una possibilità in più quando scrivete, un nuovo ghirigoro estetico che abbellisce le vostre composizioni e vi fa apparire meno approssimativi.
Distinguiamoci dal proletariato linguistico; riappropriamoci dei nostri diritti di punteggiatura!
Tanto siamo rukki, chi volete che se ne freghi?



Buonanotte rukkacci, anche a quelli che dopo questa "sega mentale" mi manderanno a "connettermi alla rete fognaria".

B.

domenica 14 giugno 2009

L'OROSCOPO DEL SANGUE di Bloody Mary

Salve a tutti e benvenuti per questa edizione "speciale" del nostro Oroscopo del sangue. Oggi, 14 giugno è il compleanno di Francesco Guccini, uomo particolarmente "sanguigno" nella sua poetica e nelle sue canzoni. L'oroscopo di questa settimana è tutto dedicato a lui, d'altronde anche le piastrine lo amano... seguite i consigli, sono ispirati alle sue strofe e, parola mia... vale davvero la pena di seguirli.

GRUPPO 0 - I MELODICI
Non state più a cercare parole che non trovate per dire cose vecchie con un vestito nuovo, tanto, è difficile spiegare, è difficile capire, per chi non ha capito già. Cercate nelle tante stelle di queste sere la vostra luna fortuna, e ricordate che c'è ancora la notte, in fondo alla notte.
La canzone della vostra settimana:



GRUPPO A - GLI ARMONICI
Sì... gente viene qui e vi dice di sapere già ogni legge delle cose, vantando orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote. C'è bisogno di riflessione e di sogno, picchiettare un indù in latta di una scatola di tè pensando al ticchettare del suo buon umore e di quei giorni spesi a parlare di niente. E di come vorremmo avere i suoi occhi...
Canzone della settimana:



GRUPPO B - I RITMICI
Avete letto millanta storie di cavalieri erranti, il sangue si fa fuoco, gli eroi son tutti giovani e belli e venite pure avanti voi con il naso corto! Sono giorni di rabbia in cui vi sentiti lanciati a bomba contro l'ingiustizia. Vi sentite sempre a un passo dai campioni e avete ben chiaro che la ragione è bene darla ai coglioni, fottuti e bari, ma avete la forza che vi serve quando dite: "si comincia!"
Per questa settimana la vostra canzone:



GRUPPO AB - I COMPLESSI
Settimana intimista, i vostri occhi vedono cose mai viste. Vi ricordate di quei giorni in cui usciste dopo le canzoni, seguendo con lo sguardo la parietaria attaccata ai muri. Un ricordo... di quando uscendo vi incontrò lungo le scale, un ricordo forte come lo schiocco del sole in un campo di grano.
Per questa settimana la vostra canzone...



Per questa settimana è tutto. Abbiamo omaggiato il grande Maestro Guccini, ben sapendo che la materia di studio sarebbe infinita. Vi lasciamo con una canzone adatta a tutti quanti, da ascoltare ogni giorno, che sia alla fine o all'inizio... non importa.
BloodyMary.

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI by Mike Goodmorning

IL FILM

Vincere! - Marco Bellocchio

Il Duce prima del Duce in questo bellissimo film del solito Bellocchio, che da quando si è emancipato (filmicamente e personalmente) dall'ingombrante figura di Massimo Fagioli, sta inanellando una serie di capolavori (La Balia, L'Ora di Religione, Buongiorno Notte, Il Regista di Matrimoni).
In questo caso la storia di Mussolini è vista con gli occhi della "moglie segreta", Ida Dalser, che aiutò il futuro Duce, già sposato con Rachele e padre di due figli, a scalare le posizioni politiche e istituzionali fino al dominio del paese.
La storia della Dalser, interpretata da una splendida Giovanna Mezzogiorno, è a dir poco devastante: innamorata di Mussolini fin dai tempi dell'"Avanti!", venderà tutto per consentire al suo uomo, allontanato dal giornale per le sue idee politiche ormai alla deriva, di fondare un nuovo quotidiano. Nel frattempo avrà da lui un bambino, che il duce prima riconosce e poi rinnega.
Povera e con un figlio da accudire dovrà affrontare da sola il regime, che dopo l'ascesa di Mussolini e la marcia su Roma, farà di tutto per tacitarla ed evitare lo scandalo di quella relazione extraconiugale, del successivo matrimonio segreto, ovviamente bigamo, e del figlio illegittimo.
"Non avevo mai sentito parlare di questa storia" dice Bellocchio. "L'ho scoperta vedendo un documentario in televisione, il Segreto di Mussolini, firmato da Fabrizio Laruenti e Gianfranco Norelli. Questa Ida Dalser, che da Mussolini ebbe un figlio prima riconosciuto e poi rinnegato, mi sembrò una donna straordinaria. Una donna che gridò la sua verità sino alla fine, nonostante il regime cercasse di distruggerne ogni traccia. La moglie e il figlio segreto di Mussolini erano uno scandalo da nascondere. Al punto da cancellare le loro esistenze, non solo fisicamente: entrambi furono rinchiusi in manicomio, dove morirono".
Un film che solo tangenzialmente parla del Duce Mussolini, ma che in realtà è il ritratto di una donna forte, che urla la sua verità, ma che nonostante tutto rimane innamorata del suo carnefice.
Una storia dura per un film da vedere, metabolizzare, capire fino in fondo.
"Sono rimasto coinvolto e sconvolto da questa tragedia" confessa Bellocchio "e non ho minimamente pensato a un attacco all'attuale regime" - "regime democratico", si corregge poi. Una "similitudine col presente però esiste" aggiunge: "Mussolini fu il primo capo di stato a usare la propria immagine in termini innovativi, per i quali vi rimando a Il corpo del duce di Sergio Luzzatto, radicalmente differenti ai politici grigi in cilindro e cravatta dell'epoca giolittiana". Ma il regista ribadisce di "non aver pensato a Berlusconi, quello semmai toccherà al pubblico, piuttosto sono rimasto traumatizzato da questa atipica tragedia italiana, protagonista una donna diversa da tutti gli eroi antifascisti: Ida Dalser, un'eroina antipatica e rompiscatole, che vuole affermare la sua verità a ogni costo. Questo me l'ha fatta amare, e credo la farà amare anche agli spettatori, perchè è l'opposto dell'odierna mediocrità televisiva".
Un esempio di questa mediocrità ce lo dona la nipote del Duce, Alessandra Mussolini ,che a "Porta a Porta" si scaglia contro Giovanna Mezzogiorno che spiega le ragioni ed i temi toccati dal film. Un altro buon motivo per andarlo a vedere.





IL LIBRO

NEREO ROCCO - Gigi Garanzini (Mondadori, 2009)

Dopo "La leggenda del Paròn", Garanzini rimette la penna sul foglio per scrivere ancora di quel fuoriclasse di umanità che fu Nereo Rocco, detto il Paròn, allenatore di calcio degli anni '60 e '70, filosofo involontario, tecnico insuperabile, accanito giocatore di tressette, battutista fulminante. E' rimasta negli annali la sua risposta ad un giornalista che prima della partita tra la Juventus plurititolata e la Triestina neopromossa di Rocco, augurò al Paròn "Vinca il migliore!", e il mister: "Ciò, speremo de no!"
Un libro ovviamente ricco di aneddoti raccontati direttamente dai suoi "ragazzi" (Bearzot, Maldini, Trapattoni, Bigon, Rosato, Rivera e molti altri), ma anche un tributo affettuoso, commosso, ad un uomo del calcio che non c'è più, catenacciaro convinto pur giocando con cinque punte (oggi non lo farebbe nemmeno Zeman!), ma soprattutto all'uomo Nereo Rocco, uno che oggi definiremmo "un signore".
Burbero benefico, duro e paterno, divertente e amaro, il grande Nereo Rocco è tutto in questo episodio:
All'inizio della stagione '68 il Milan andava male e il presidente Carraro aveva lasciato intuire che a fine campionato avrebbe voluto cambiare allenatore.
Così Rocco incontrò in un Autogrill il presidente del Torino e si mise d'accordo per l'anno successivo con un ingaggio lievemente inferiore a quello al momento percepito al Milan.
Il campionato si concluse con il Milan di Rocco trionfatore in campionato, coppa campioni e coppa intercontinentale.
Naturalmente dopo i festeggiamenti il Paròn fu convocato da Carraro per il rinnovo del contratto ad una cifra tripla rispetto all'ingaggio dell'anno passato.
Rocco rifiutò dicendo che aveva già un accordo con il Torino.
Carraro stupito gli chiese: "Ha già firmato il contratto?"
E Rocco rispose: "Peggio. Ho dato la mia parola."
Questa volta non voglio proporvi l'incipit, ma il finale: la lettera immaginaria che Garanzini scrive al Paròn a chiusura del suo bellissimo libro. La riportiamo integralmente perchè in questo testo è racchiuso lo spirito con cui è stato scritto.

Caro paròn,
come vede ci ho preso gusto.
Lei non ha idea di quanti mi hanno ringraziato in questi dieci anni per averli guidati alla sua riscoperta. E di quanti altri, in tempi più recenti, mi hanno scritto, telefonato, rintracciato in vario modo per chiedermi come fare a procurarsi una copia, anche usata, di quel libro ormai introvabile. Sinché un giorno a chiamarmi è stato uno che si era talmente innamorato di lei, attraverso quelle pagie, da propormi di ripubblicarle. Sa perchè non potevo dirgli di no? Perchè in quel gigantesco stabilimento Mondadori di Verona, dove regna e opera, Marco Mattioli è a sua volta ribattezzato il Paròn.
Rieccoci qua dunque, con "monàde" vecchie e nuove. Oggi come allora il problema non è stato sollecitare la memoria dei suoi ragazzi. Semmai frenarla, arginarla in qualche modo. A mano a mano che si procede tra i ricordi, le imprese, le battute, senza fretta, senza più ancoraggi spazio-temporali, il pianeta Rocco è un rifugio della memoria in cui respirare aria fresca, pulita, balsamica. In cui acciambellarsi e fare il nido. Beato lei che ignora l'esistenza di Zamparini e di Beckham e signora, che non sa di ripartenze nè di tiri da dimenticare. Per la minoranza che indegnamente rappresento, cresciuta pensando che il calcio deve nascere all'oratorio e morire in osteria, per tutte le persone incontrate in questo doppio viaggio, lei, signor Rocco, rappresenta un vero e proprio bene-rifugio.
Poi, certo, è saltato fuori qualche altarino, il linguaggio non è dei più castigati, ma lei quello era, Paròn, che Dio la benedica. Come dice? "Spiòn e traditòr" per il rigore di Blason? Ma son passati sessant'anni ed era talmente bella... avesse visto la smorfia di Blason quando fingeva di ricordare se l'avesse fatto apposta. Adesso non mi tratti come quei cialtroni dei memoriali postumi, guardi che avrei sempre ancora la vera storia di Verona '73, "so anca chi gà portà i soldi, de qua e de là". E giù nomi e cognomi degli attori, dei registi e del produttore. Fosse stata l'ultima porcheria del nostro calcio, la tentazione avrebbe almeno avuto un senso. Sapesse quante altre se ne sono viste![...]
Così impara. Impara anche, è un po' che glielo volevo dire, ad anadrsene così presto lasciandoci per tutto questo tempo in balìa di mezzecalze che ne hanno approfittato, perchè non c'era più lei a sistemarle con le sue battute al vetriolo. Pensi, c'è stato anche un suo collega, sì insomma un allenatore, che non divideva con i giocatori nè la tavola nè il pullman perchè un tecnico con la squadra non si deve mischiare. Lei nel piazzale di Wembley '63 si alzò per scendere, si voltò, li vide stravolti dalla tensione, uno più bianco dell'altro, e disse forte "Fioi, chi ga paura no smonti". E ripiombò a sedere di schianto. A volte serve semplicemente una risata... quante gliene dobbiamo.
Piuttosto, caro il mio allenatore del secolo rossonero, votato dal popolo, che non è male perchè tra Sacchi, Capello e poi Ancelotti ne sono arrivati di trofei, non penserà che sia finita qui, vero? Adesso son trent'anni, ma tra altri tre sono cento dalla sua nascita. Ed è lì che si misura la dimensione definitiva di una leggenda. Intanto quest'anno, per portarci avanti, cominciamo a ricordarla in grande stile, il 20 Maggio e non più il 20 Febbraio. Il giorno della vita, non quello della morte. E se tutto va come deve andare, vedrà che mostra all'antica Pescheria centrale!
Basta. Saluti tutti quelli che un po' alla volta l'hanno raggiunta in spogliatoio. E la smetta una buona volta, almeno lì, di segnare le carte.

Gigi Garanzini



IL DISCO

FIGLIO UNICO "CULT EDITION" - Rino Gaetano (SONY-BMG, 2009)

Un gustoso cofanetto per gli amanti del menestrello calabrese. Per la prima volta tutto il materiale inedito di Rino Gaetano è raccolto in un doppio 2CD+DVD grazie al contributo degli amici e dei parenti del cantautore scomparso agli albori degli anni '80.
In questa raccolta scoprirete le collaborazioni con Anna Oxa, Riccardo Cocciante, i New Perigeo e una serie di inediti, trai quali spiccano "Il leone e la gallina", "Sandro Trasportando" e la versione spagnola di "Nuntereggae più" intitolata "Corta el rollo ya".
Naturalmente troverete anche i classici di Rino, brani che hanno segnato la storia di almeno quattro generazioni come "Sfiorivano le viole", "Ma il cielo è sempre più blu", "Ad esempio a me piace il sud", "Aida" e così via.
Ottimo anche il materiale in DVD con filmati inediti tratti dal "Cantagiro", da "Sanremo" e da altre manifestazioni musicali in voga all'epoca.
Un disco imperdibile per chi ama Rino, ma anche per chi non lo conosce: l'occasione giusta per scoprire uno dei più grandi geni della musica contemporanea.



Buona vita fratelli rukki.

M.G.M.

martedì 9 giugno 2009

La rassegna stampa

Buontempo, qualunque esso sia... le elezioni sono passate (oddio, quasi, ci sono ancora i ballottaggi in ballottaggio) e, come facilmente prevedibile, naturalmente hanno vinto tutti.

Da destra a sinistra, passando per il centro, il sopra, il sotto, frutta, dolce e caffè, sono tutti vincitori, tutti esultanti, tutti ringrazianti gli elettori.

Esulta il Pdl e tutti i berluscones in coro, nonostante siano ben lontani da quel 40-42% che il gran capo aveva annunciato.
Esulta il Pd perchè, pur avendo perso diversi punti non è scomparso sotto il 25%.
Esulta la sinistra perché "se eravamo insieme arrivavamo al 7%"
Esulta la destra perché qualcuno li ha votati.
Esultano i radicali perché nonostante non li abbia cagati nessuno hanno avuto quasi il 3%.
Esulta Di Pietro perché ha raddoppiato i voti.
Esulta la Lega perché ha sfondato il Po'.
Esulta Casini perché ha un 1% in più.
Esultano gli astensionisti perché il partito dell'astensione ha più voti del primo partito.
Esultano tutti... bontà loro.
Perché tutti hanno vinto, o, in alternativa, chi ha perso sono gli altri.

Franceschini dice che ha perso Berlusconi.
La Russa dice che ha perso Franceschini.
La Lega dice che hanno perso tutti tranne loro.
Di Pietro dice più o meno le stesse cose della Lega.
La sinistra non sa che dire e si informa su chi abbia perso la finale di Champions League.
La destra dice di aver vinto la finale di Champions League e che quindi l'ha persa la sinistra.
Casini dice che ha perso il bipartitismo.
E così via...

Ora... un minimo di ragionamento. Se i numeri sono numeri, alla fine vince chi ne ha di più, ergo, dovrebbe aver vinto il Pdl, anche se non ne ha quanti ne vorrebbe. Vero è che i trionfatori di questo turno elettorale sono (o sembrano) Lega e IDV, ma... sempre dando un'occhiata ai numeri, mi pare che la somma dei loro voti è comunque sempre molto inferiore a quella del PD e la metà del PDL.
Ma in politica, è vero, le cose sono molto più complesse e allora... ma sì, tutti vincitori e tutti esultanti, come tifosi allo stadio.
Alla fine, gli unici che hanno perso sono i tifosi del Milan, che hanno perduto Kaka. Quelli son problemi, sì. Già, lo stadio, i tifosi... oh, ma nel frattempo l'Italia di Lippi è in Sudafrica per la Confederation Cup, che manca solo un anno al mondiale e lì sì che è importante vincere, mica queste fregnacce!

Esultiamo tutti... e viva l'Italia.



Pok.

lunedì 8 giugno 2009

L'OROSCOPO DEL SANGUE di Bloody Mary

Bentornati... e scusate il ritardo, come diceva qualcuno. Andiamo subito a vedere cosa ci riservano le vene in questa settimana.

GRUPPO 0 - I MELODICI

Settimana altalenante, si alternano momenti di nostalgia (Ti ricordi quei giorni? - F.Guccini) ad altri di estrema euforia (Balliamo sul mondo - Ligabue). L'alternarsi di bello e cattivo tempo non facilita la fluidità del sangue. Probabili novità sul lavoro che faranno riflettere (Soul food to go - Manhattan Transfer)
Canzone della settimana:



GRUPPO A - GLI ARMONICI

Il sangue è caldo e scorre alla perfezione verso una settimana densa di soddisfazioni (I will survive - Gloria Gaynor). Voglia di vivere la notte in ogni suo aspetto (Moonlight Shadow - Mike Oldfield). Qualcuno vi chiederà consigli, occhio però a dare quello giusto (Have a little faith in me - J.Hiatt).
Per questa settimana la canzone è:



GRUPPO B - I RITMICI

Ahi, ahi, ahi, proprio non ci siamo. Una settimana apatica in cui ce l'avrete con tutto e con tutti (One of us - J.Osborne). Cercate di placare l'incedere del sangue rilassando il corpo e la mente pensando al tempo che verrà (Domani è un altro giorno - O.Vanoni).
Una canzone per questa settimana:



GRUPPO AB - I COMPLESSI

Se il sangue potesse parlare, il vostro addirittura griderebbe! (Paradise city - Gun's and Roses). Voglia di correre, saltare, giocare, innamorarsi (Voglio vederti danzare - F.Battiato) e poca voglia di pensare a quello che vi gira intorno. Bene così, lasciate scorrere questi globuli rossi al ritmo desiderato (Superstition - S.Wonder).
La canzone per la vostra settimana:



E con questo... buone piastrine a tutti.
Bloody Mary

sabato 6 giugno 2009

FUOCHI NELLA NOTTE puntata sei della nuova era

E c'era una volta un bar.
Chi non ha nei propri ricordi un bar? Il "non luogo" per eccellenza, il più celebrato, il più evocativo.
Benni ha scritto il leggendario "Bar Sport", Guccini le sue "Comiche da bar", Ligabue cantava del "Bar Mario", Pupi Avati ha messo in pellicola "Gli amici del bar Margherita" e potrei citare all'infinito.
Ognuno di noi potrebbe raccontare del "proprio" bar.
Il mio era sordido, squattrinato, circondato da ben più blasonati ritrovi, tana di scarafaggi e chissà quali altre bestie, gestito da un uomo buono, un po' filosofo e un po' cialtrone, capace di citare Sartre mentre ti serviva un caffé che era poesia.
Poi c'erano loro: gli avventori. E io: l'unico frequentatore abituale che restava lì ben oltre il tempo di un caffé veloce. Ad osservare.
L'unico sì, perchè il bar non era accogliente, non c'erano tavolini per sedersi, non c'era nulla che ti trattenesse oltre il necessario. Tranne loro, gli avventori.
Li passavo in rassegna con discrezione, appoggiato alla trave del retrobottega, dove mi ero creato un "osservatorio privilegiato" (erano anni che volevo usare questa locuzione!),da dove guardare non visto. Raramente uscivo allo scoperto e solo per approvvigionarmi di droga nera e luisone del '64.
Un voyeur in piena regola, ma un voyeur elementare. Curioso di tutto, ma interessato a niente. Cinico nel trafiggere, magnanimo nel sorvolare.
Li vedevo passare tutti, ad orari regolari, con la puntualità delle pause lavoro che ho imparato a conoscere anni dopo.
C'era il tecnico onniscente, lo sportivo incallito ed enciclopedico che conosceva a memoria ogni formazione della Reggina dal dopoguerra ad oggi. Guai ad intavolare con lui un discorso sul calcio: tu ti stancavi, lui no. E soccombevi.
C'era il fesso, quello che tutti sfottono, quello che diventa automaticamente lo zimbello di ogni passante, quello che poi, laureatosi in ingegneria aerospaziale, si è goduto il codazzo di ex persecutori da bar che in fila indiana andavano a elemosinare un lavoro nell'azienda di cui è dirigente.
C'era l'allegrone, quello con la barzelletta fresca fresca, che ti tocca ovunque mentre parla con voce di un decibel più alta di qualunque altra cosa attorno, che ride sempre, che scherza sempre. Quello che scopri avere un figlio malato terminale, lasciato dalla moglie pochi anni prima, solo come un cane ad affrontare una vita bastarda.
E c'era Genio, diminuitivo di Eugenio, che fregava lo stato con una finta pensione di invalidità e pertanto "si appendeva i laureati ai coglioni".
C'era il Professore, uomo anziano, distinto, dall'eloquio forbito e i toni pacati. Dispensatore di massime illuinanti e consigli sulla buona creanza. Ho scoperto anni dopo, alla sua morte, che il Professore era stato un semplice ciabattino, arrivato a stento alla quinta elementare che viveva in un metro cubo di casa popolare tirando avanti grazie alla pensione sociale. Ma nonostante ciò, per tutti, me compreso, è sempre rimasto Il Professore, con la "P" maiuscola, per rispetto e perchè la sua laurea di strada non sarebbe mai finita appesa ai coglioni di Genio.
E poi c'era lei.
Lei che entrava avvolta dalla luce.
"Una bellezza antica" dicevano, ignorando la differenza tra "antica" e "senza tempo".
Sorrideva sempre, anche agli apprezzamenti volgari, ai tentativi più banali di corteggiamento. Sorrideva mentre beveva il caffé attorniata da avventori pronti a lasciare la propria moneta sul bancone, tronfi nel declamare a voce più alta possibile "Per la signorina offro io!". Una gara sul tempo che vincevano a turno, in cambio di un sorriso.
Ed io?
Io mi schiacciavo ancora di più sulla mia trave, con le guance che avvampavano e il cuore che correva. E la osservavo, mentre si muoveva a rallentatore con quell'eleganza mai forzata, con quella bellezza mai ostentata, con quel sorriso capace d'amore, capace di morte.
Quanto avrei voluto uscire dalla mia tana e dirle "...senti, senti, io ti dovrei parlare e poi, prendendo la sua mano sopra il banco, non so come cominciare... non la vedi non la tocchi oggi la malinconia? Non lasciamo che trabocchi vieni andiamo, andiamo via!"
Ma non avevo una strada bianca che mi chiamava e quello non era un Autogrill.
Allora il tempo era un'opportunità e non, come adesso una sfida.
Pensavi di averne tanto e di poter rimandare il momento ancora e poi ancora e ancora, perchè fosse quello perfetto, l'unico giusto, l'unico possibile.
Il ragazzo chiese al vecchio:
"Com'è che non ti sei mai sposato?"
"E' la solita storia. Vorresti chiederle di sposarti, ma pensi che ancora non sia il momento. Poi succede che lei sposa un altro e tu non fai che rimpiangerla. Che succede poi? Succede che invecchi."
Quel momento naturalmente non arrivò mai.
Oggi quel bar non c'è più, al suo posto un piccolo negozio di frutta e verdura. Il barista/filosofo ha trovato lavoro in una fabbrica di mattoni, e forse è più felice così.
Genio è stato scoperto e denunciato.
Il figlio dell'allegrone è morto in una clinica di Parigi, portandosi via la sua anima e gli ultimi , miseri risparmi del padre.
Lo sportivo enciclopedico conduce un seguitissimo programma radiofonico sulle vicende della Reggina Calcio.
Francesco, il giullare di Dio, è diventato Bico l'eretico. Il suo cuore batte di meno e le sue guance non avvampano più. Ha smesso di bere caffé e di guardare il mondo da una trave.
Lei sorride come allora, anche se non è più lei. Anche se la sua strada non incrocia più quel bar. La sua bellezza "antica" è andata oltre il tempo e in altri luoghi qualcuno ancora si batterà per urlare "Alla signorina offro io!".
Adesso che sono uscito dalla tana voglio urlarlo anch'io.
Ti offro una canzone.
L'unica possibile.



Buonanotte ragazza del Bar Mimmo.

Buonanotte rukkacci maledetti.

venerdì 5 giugno 2009

I consigli per gli acquisti di Mike Goodmorning

Salve a tutti, oggi accorpiamo i nostri soliti consigli per gli acquisti che riguardano un film, un libro e un cd e mettiamo tutto in un unico lavoro che è tutte queste cose insieme:

TETES DE BOIS: AVANTI POP - I diari del camioncino -



Avanti Pop è un viaggio, che i Tetes de Bois compiono a bordo del loro camioncino nell'Italia del lavoro, da nord a sud e da sud a nord, nelle campagne, nelle industrie, fra la gente, raccogliendo storie di ieri e di oggi, le vicende legate al lavoro e ai lavoratori.
Al cd, che è stato Targa Tenco nel 2007, ha fatto seguito questo lavoro più ampio, un libro corredato da un dvd: "i diari del camioncino" testimonianza del viaggio compiuto dagli autori, viaggio durante il quale si sono succeduti sul palco del camioncino, numerosi ospiti, fra i quali: Francesco Di Giacomo, Paola Turci, Sergio Staino, Rocco Papaleo, Ascanio Celestini, Petra Magoni, Moni Ovadia, Teresa De Sio, Paolo Rossi, Daniele Silvestri, Giuseppe Cederna, Gianni Mura e molti altri.
Indubbiamente da non perdere!



Buon ascolto\visione\lettura da ... EmmeGi